lunedì 16 giugno 2008

Flair: viaggio nel villaggio dell'emergenza testosterone

Scendo dal taxi, stropicciata: jeans, cappotto, trucco leggero e soprattutto dieci ore di viaggio sulle spalle. Non voglio mettere in discussione il mio innegabile fascino ma la troppo calorosa accoglienza che ricevo è sospetta. Sono ad Alston Moor, villaggio nel nord della campagna inglese. Un migliaio di abitanti e nessuna donna, o quasi, per la precisione una ogni dieci abitanti. Da qui è partito l’s.o.s. di Vince Peart, 24 anni, studente universitario, ideatore di una campagna fai-da-te per denunciare la disperazione di questi country men rimasti senza ladies. E io, dopo aver visto la foto-icona del sito web di Vince (lui con lo sguardo crucciato, in piedi nella brughiera, che tiene in mano un cartellone con la scritta “Wanted: somebody to love”), non ho resistito, sono venuta fin quassù per capire quanto sia grave l’emergenza testosterone.
In piazzetta (l’unica) tutti gli sguardi sono puntati su di me. Il tassista scarica la valigia e chiede indicazioni per l’hotel; due distinti gentlemen sulla quarantina mi si avvicinano: “Welcome to Alston, may we help you?”. Con il mio piccolo corteo faccio i circa venti metri che mi separano da un bagno caldo e da una notte di riposo.
Il mattino seguente il profumo e il rumore del bacon scoppiettante al piano di sotto mi svegliano. Colazione all’inglese ( yogurt e cereali, neanche a parlarne). Un centinaio di casette in pietra, comignoli “accesi”che fumano, il rintocco delle campane della chiesa; tutt’intorno colline e prati a perdita d’occhio. Alston è un posto incantevole. Uno scenario da romanzo d’appendice, stile Orgoglio e Pregiudizio. Il villaggio è isolato (solo quattro strade portano fuori), il primo centro abitato è a 30 chilometri.
Poche parole con Vince è la mia visione romantica va in frantumi. «La vita di qui non passa, non corri il rischio che ti sfiori, invecchi senza accorgertene. Senza una donna da amare ogni cosa perde di significato. Non voglio dire che siamo disperati ma sicuramente in necessità». Difficile non capire perché le ragazze da questo posto scappino: non ci sono possibilità di lavoro, nessuna università, sette pub (ma neppure una discoteca), una parrucchiera (senza riviste di moda sul tavolino), nessun negozio di vestiti (un incubo), una biblioteca (aperta due giorni a settimana), due bancomat (per prelevare soldi che non saprei come spendere).

LA CAMPAGNA DI VINCE
«Una sera ero al pub Swan con i miei amici: totale presenze una decina di uomini e una sola ragazza, per giunta in compagnia del più rude e manesco contadino della zona. Lì mi sono reso conto della gravità del problema».
Bisognava intervenire. Vince prepara una cinquantina di manifesti stile spot pubblicitario: “Sei una single? Stai cercando emozioni nella tua vita? Il maschio di Alston è intelligente, con uno spiccato umorismo, possiede auto e in molti casi terre e proprietà. La zona di Alston offre tutto ciò che desideri insieme ai vantaggi della vita in campagna”. Ottimisticamente i poster parlano di una “superba night life”, tanto che un critico di viaggi l’avrebbe definita “l’Ibiza del nord”. I manifesti vengono appesi nei paesi circostanti. Vince e i suoi amici arrivano fino alla città di New Castle. «Se le donne vanno in città per cercare una vita migliore, ce ne saranno altre che vorranno trovarla in campagna». Nasce la Alston Moor Regeneration Society. Il giovane studente sceglie questo nome perché vuole una rivoluzione, la mentalità della gente va cambiata. «I ragazzi del paese hanno sempre accettato questa situazione, spesso dandosi spiegazioni assurde». La teoria che più indispettisce Vince è quella di Jimmy il meccanico: un innaturale livello di piombo nell’acqua causerebbe la nascita di meno femmine!
A parte suscitare ironia nei villaggi vicini, i manifesti non portano nessun cambiamento. Ma Vince non si abbatte e crea un sito web. Arrivano i primi contatti: alcune ragazze ma anche molti ragazzi di altri paesi inglesi che vivono lo stesso problema. Una decina di villaggi, dal nord al sud dell’Inghilterra. La società cambia nome diventando la Villages Regeneration Society. Oggi il sito di Vince è un punto di riferimento per tutti i cuori solitari del Regno Unito. Ad Alston però “l’emergenza” però non rientra.



A SPASSO PER ALSTON
Piazzetta del mercato. La mia presenza non passa inosservata. Alan il macellaio, 45 anni, esce dal negozio e viene a presentarsi. Non si è mai sposato. «A 22 anni avevo una fidanzata, ma Lowell me l’ha rubata (ride). Era la ragazza più bella di Alston, eravamo tutti pazzi di lei. Siccome mio padre possedeva già questa macelleria, lavorando qui in paese, potevo corteggiarla tutto il giorno. I ragazzi che coltivavano la terra invece, tornavano dai campi solo la sera ed erano sfavoriti nella “gara” ». Ma alle donne si sa l’uomo troppo disponibile non piace. «Eleonore mi ha fatto fare cose folli: cantavo sotto la sua finestra alle tre di notte, svegliando tutto il paese, la portavo in moto al lago per farle vedere quanto ero macho e regalavo a sua madre un polpettone a settimana». S’illumina per un attimo, poi continua disarmato. «Un anno insieme e alla fine mi lascia per Lowell, un mio caro amico, allevatore di pecore. Abitano lì (mi indica una casa con i fiori sulle finestre), hanno due figli, maschi guarda caso». Le altre (pochissime) donne rimaste non piacciono ad Alan che rimane single.
Stivale infangato, sguardo sospettoso. È Stuart Ridley detto Potsy, 25 anni, tecnico agrario, uno dei migliori amici di Vince. «Sono otto mesi che non esco con una ragazza. L’ultima l’ho incontrata a Penrith, durante una festa che abbiamo organizzato a nome della Villages Regeneration Society un anno fa. Elisabeth veniva da Glasgow, 22 anni, studentessa di architettura. Il suo futuro era in città, il mio nei campi, siamo stati insieme per quattro mesi. Alla fine un giorno lei arriva e mi fa una scenata di gelosia pazzesca, ingiustificata. Ho capito che cercava una scusa per chiudere, per non farci troppo male più avanti». Potsy non vuole trasferirsi, ama la sua terra. «Cerco solo qualcuno con cui ridere, che mi faccia felice».
L’estinzione delle donne, però, non è totale. Qualche “esemplare” lo incontro. Bionde, occhi azzurri, un gruppetto di ragazze chiacchiera davanti al supermercato. Lesley Currah, 20 anni, lavora nel salone di acconciatura e non vuole uscire con i ragazzi di Alston. «Siamo cresciuti assieme, non c’è la magia della scoperta. In una grande città esci con diversi ragazzi e magari non ti capita di incontrarli mai più. Qui come fai? Se ti metti con qualcuno e poi finisce male il giorno dopo tutti sanno come baci, se ti piacciono i fiori, quali difetti hai». Lesley è fidanzata con un ragazzo di Carlisle «Colin è fantastico e soprattutto dopo due anni, ancora riesce a stupirmi, ci sono aspetti del suo carattere che non conosco, è un’emozione continua».
E Vince? Continua a portare avanti la sua campagna ma, terminati gli studi universitari (nella città di Lancaster), si è trasferito a Carlisle (40 chilometri da Alston), dove lavora come manager di uno streep bar. «La speranza è l’ultima a morire – chiude con un po’ di amarezza Vince – tentare è l’unico modo per riuscire a migliorare le cose». Nel frattempo qui anche la scienza sembra tagliare fuori i maschi: nella vicina New Castle alcuni studiosi hanno appena scoperto come produrre spermatozoi dalla spina dorsale di una donna.
Chiara Canavero